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Puglia e dintorni. La bellezza è una cosa semplice.


2148 Km. 7 giorni. Giusto "un po’" di freddo. Tanto vento. Tantissimo mare e più di ogni altra cosa i colori delle pietre. Delle scogliere. Dei sassi. Avvolgente. Unico. Tutto intorno.


SAN GIOVANNI ROTONDO

Siamo partiti da Monza all’alba e, tra la bellezza di un paesaggio che si faceva piano piano sempre più ampio e verde, siamo riusciti ad arrivare, in sole sette ore, senza trovare traffico e con due soste, a San Giovanni Rotondo.

Qui ha sede il Santuario in cui riposa Santo Padre Pio da Pietralcina.

L’esperienza di questa visita non può essere spiegata a parole. Non importa in cosa credi. Non importa se credi o no. In certi luoghi senti inevitabilmente che Qualcosa esiste. E soprattutto esiste (perché la si vede e la si sente) la presenza delle tante persone che arrivano su questa altura, tra valli di ulivi, e restano in silenzio, composti, con il loro dolore e con le loro tante speranze.

Il Santuario è un’opera architettonica progettata da Renzo Piano che si fonde alla perfezione con il paesaggio circostante. Nella sua maestosità fatta di archi e spazi, si possono ammirare anche i bellissimi e sontuosi mosaici di Marko Ivan Rupnik.

Voglio ricordare questa terra proprio con queste parole dette dal Santo Pio: “Tanto hai quanto speri. Spera molto, avrai molto.” Si può chiedere e si può - si deve - sperare per il rispetto verso la bellezza della vita: “Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere.”


POLIGNANO A MARE

Il nostro viaggio è proseguito il giorno seguente in direzione sud verso Polignano a Mare. Da tempo desideravo vedere la spiaggia Lama Monachile – Cala Porto la quale ha ospitato, tra i tanti altri, il film “Io che amo solo te” dove le passioni di Scamarcio e di Placido sono state amplificate e rese ancora più energiche dall’irruenza di questi paesaggi.

Ho desiderato spesso di potermi svegliare di mattina, aprire le finestre e trovare questo panorama ad abbracciarmi.

Ci sono riuscita. Ci siamo riusciti.

La casa che ci ha ospitato, ristrutturata alla perfezione, senza perdere il sapore del passato di cui sa raccontare, si affaccia proprio sul ponte e sulle scogliere della spiaggia più famosa di Polignano.

Vento, mare potente e violento, colori della terra, schizzi di sale sulla pelle, nuvole sempre diverse, tramonti. Le labbra che sanno di sale.

E la sera le luci natalizie a vestire le rocce in questi giorni di festa.

Polignano a Mare, la perla dell’Adriatico, merita una visita anche tra le sue tante strade e vicoli dove appaiono immagini sacre e tradizioni, profumi, cibi, dialetti. Ortolani e "prestinai" nei cui negozi il tempo sembra essersi fermato. In particolare ricordo le belle chiacchiere fatte con Tonino che ci ha mostrato le fotografie di Beautiful che anni fa, con i suoi attori, arrivò sino a qui.

Il tempo in questa città è in ogni caso ancora in grado di scorrere lento. Forse semplicemente “in modo giusto”.

Per una cena senza glutine il consiglio è Villa degli Aranci. Vi sapranno offrire, oltre a un buon piatto di gentilezza, pane, taralli, pizza alla barese e orecchiette alle cime di rapa.

E non dimenticate di bere il caffè speciale, quello originale che si può gustare solo da “Il Super Mago del Gelo Mario Campanella”. Caffè in bicchieri di vetro accostato a scorza di limone, panna e amaretto.

Abbinato ad un pasticciotto al pistacchio fa immergere proprio nei sapori di Puglia. Da capogiro.

Nella Piazza dedicata a Domenico Modugno, bisogna incamminarsi sulla cima delle scogliere e lasciarsi sconvolgere dal mare d’inverno. Semplicemente "Meraviglioso".

Il giorno dopo, andare via da Polignano ha un non so che di malinconico. Un pizzico di tristezza nel chiudermi alle spalle la porta di una casa (quella del Calaporto che pare sia stata abitata dal famoso Domenico) in cui avrei voluto proseguire o magari iniziare una nuova vita.

Il mare amplifica le sensazioni e in quell’istante la convinzione che ancora molto di bello ci sarebbe stato da scoprire.


OSTUNI

Durante il soggiorno a Polignano abbiamo visitato Ostuni, “la città bianca”. Non siamo stati quanto avremmo voluto a causa del forte vento che poteva essere "combattuto"da noi adulti, ma era a dir poco insopportabile per i bambini.

Ostuni non è solo bianco. Ostuni non è solo le tante case ricoperte di calce arroccate e fintamente disordinate che sorgono una sull’altra. Ostuni è un apecar che ti porta tra le sue vie con una guida innamorata della sua terra. Sant’Oronzo che protegge la sua gente e che domina piazze e vicoli. I tanti ulivi – anche secolari - che rendono verde scuro le sue colline. Le ventidue Chiese che vi sono ospitate.

Ostuni è la meridiana della Concattedrale che scandisce un tempo più lento e vivibile. Ostuni sono le stradine, come labirinti, in cui i ristoratori riescono ad instaurare un dialogo e in poco ti conducono nelle loro “case”. Tra i tanti segnalo il senza glutine de Il Posto Affianco dove sicuramente meritano di essere scelte le orecchiette ai sapori di terra.


ALBEROBELLO

L’arrivo ad Alberobello, al quinto giorno, sorprende perché i trulli si svelano piano piano, tra gli ulivi, fino a presentarsi poi, nei due rioni, Monti (in cui sorgono negozi) e Aia Piccola (in cui restano solo trulli impiegati come dimora), come una distesa di passato che rimane immobile nella sua poesia.

Ad Alberobello ci ha accolto Filippo il quale non ci ha solo consegnato le chiavi del suo trullo, ma ci ha anche fatto viaggiare nel tempo raccontandoci la storia di questi meravigliosi edifici, costruiti in pietra calcarea, che un tempo erano riparo per i contadini.

Sorprendente trovare pietra di colore caldo all’interno di queste edificazioni che all’esterno sono spesso armonia di bianco e grigio. Gli architetti, in molti di questi trulli, sono riusciti a portare tutta la possibile modernità senza alterare la bellezza del passato.

La visita di Alberobello è da fare a piedi dentro e fuori dai tanti trulli del rione Monti. Merita salire sulle varie terrazze e sui tetti dei trulli per godersi la vista della città dall’alto. Da lì si possono ammirare i tanti simboli cristiani, magici e primitivi dipinti in bianco sui tetti e i tanti pinnacoli diversi nelle loro forme.

Bello posi spingersi nelle vie più lontane e strette dove si possono respirare tutti i profumi più veri di questo Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Non dimenticate di provare la burrata, il capocollo, le olive, la focaccia barese e per il gluten free fate una sosta a Bio in Selva, trovato per caso su indicazione di un negoziante locale. E così focaccine per tutta la famiglia!!


MATERA

Sesto giorno di vacanza, ultimo prima della partenza, indecisi se restare a goderci il trullo nella bella Puglia o se spingerci oltre, nei dintorni, in Basilicata, sino a Matera.

Cosa ci saremmo persi se non fossimo arrivati sino a qui!

Un paesaggio incantevole, di una bellezza sconvolgente e disarmante.

Matera è un incastro perfetto di case che spuntano dalla roccia. Matera sembra l’ambientazione di un presepe. Matera è storia che traspira da ogni pietra. Matera è i suoi Sassi ossia i due quartieri Sasso Barisano e Sasso Caveoso scavati proprio nella roccia. Anch’essi Patrimonio dell’Umanità Unesco accolgono il visitatore a braccia aperte. Avvolgono, incantano.

Stradine, scalinate, case color sabbia, cactus, anfore, cisterne, immagini sacre, panni stesi.


E poi incontrare le bellissime bambine senza volto e piene di espressività di Margherita Grasselli. Caterina, Anna, Benedetta e le sue amiche osservano i sassi e si fermano a parlare con chi ha voglia di stare in ascolto delle loro emozioni.

Una tappa obbligata, soprattutto per vincere il gelo, tra salsicce al finocchio e pasta ai ceci, rigorosamente senza glutine dagli ospitali amici de “Le Botteghe”.

Matera è stata set cinematografico dell’ultimo 007 e di tanti altri film a tema religioso a firma di Pasolini e con attori noti. Matera è un piccolo villaggio di altri tempi ricco di storia ed essendo diventata Capitale europea della Cultura 2019 è ancora più conosciuta dal mondo intero.

Per celebrare questo evento la Matera più nuova ha ospitato un'opera di Ligama, un murales di oltre venti metri che rappresenta una bambina, l’Europa, capace di spargere bellezza e colori su tutto ciò che la circonda.

Cosa aggiungere. Anche questo un viaggio del cuore. Un viaggio in compagnia di persone speciali che hanno reso tutto più unico. Un viaggio che ancora di più mi ha fatto sentire desiderosa di hastaggare il tutto con #orgogliosodiessereitaliano

Un orgoglio vero abitare questa Italia. E si rafforza la convinzione che "la bellezza è una cosa semplice".

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