Inclusione è quando da tutte le finestre entra la stessa luce.
In tema di CELIACHIA l’inclusione è fondamentale e vede l’interazione di due soggetti: uno con una NECESSITA’ (non parlerei di problema) e che non vuole sentirsi escluso, un altro che, non conoscendo quella necessità, si trova a doverla comprendere e ad accogliere.
Prima di incontrare la celiachia, la mia “ignoranza” mi portava a considerare esagerate tutta una serie di attività che consideravo mera apprensione. Conoscendo poi la patologia sui miei figli, ho imparato a considerarle esigenze.
È fondamentale sensibilizzare bambini e soprattutto genitori. Quella necessità può infatti diventare PROBLEMA nel momento in cui un bambino si trova ad una festa davanti alla solita “disastrosa” quantità di dolci e pizzette, tutti rigorosamente pieni di glutine, senza che nessuno abbia pensato a lui. Purtroppo non è facile immedesimarsi in quel bambino che desidera incredibilmente mangiare INSIEME a tutti gli altri, le STESSE cose degli altri.
Nessuno si immedesima in quel genitore a cui viene messa in mano una torta dicendo: “E mangiala, tu non sei c-i-liaco!” Voi mangereste SERENAMENTE una fetta di torta davanti a vostro figlio che non può?
Nessuno sa cosa prova quel bambino che non può partecipare ad una pizzata organizzata proprio in un locale dove non c’è nulla per lui. Nessuno pensa alle domande che quel bambino e i suoi genitori si faranno.
I bambini talvolta sorprendono con i loro gesti e sono i migliori realizzatori dell’inclusione, anche quando conservano una fetta di crostatina (ahimè con il glutine!) da fare assaggiare alla compagnetta d’asilo. Un po’ come Robin Hood che rubava ai “ricchi”.
I peggiori praticanti dell’inclusione, due adulti accanto a dei meravigliosi piatti senza glutine cucinati da me. Non sapendo di avere vicino a loro la “grandiosa cuoca” hanno iniziato a commentare i manicaretti con un “Che schifo deve essere sta roba, ci hanno rotto con il senza glutine”. Ometto il seguito della storia, con la mia risposta “gentile”, seguita da mezz'ora di "lezione", perché il finale potrebbe essere degno di censura e decisamente poco inclusivo.
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