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Ariannadiabet.ecomama e la sua capacità di ironizzare sul diabete "gratis a vita".


Arianna è una trentunenne veneta. Una donna lavoratrice a tempo pieno che, da piccola, pur non amando troppo la scuola, sognava di fare la psicologa o di stare a stretto contatto con i bambini. Ha un compagno da 11 anni e una splendida figlia di 4 anni. Ha 5 amiche stile "Sex and the City" che la accompagnano sin dalle elementari e che hanno un valore fondamentale nella sua vita. Arianna ama la natura, le emozioni, il “sentire” e la musica. Ha fatto danza classica per 15 anni e poi danza moderna, contemporanea e anche latino americana! Le sarebbe sempre piaciuto cantare, ma non lo ha fatto sino a settembre 2019, momento in cui ha compreso che doveva fare qualcosa di diverso e si è iscritta ad una scuola di canto. Questa piccola rivoluzione è stata forse portata da un’altra grande rivoluzione che ha stravolto la sua vita: l’incontro con il diabete di tipo 1 un anno e mezzo fa, dopo aver vissuto una vita in assoluta libertà con il cibo. Lei ha sempre adorato mangiare. Il suo piatto preferito in assoluto era (ed è) la pasta con qualsiasi condimento.


Quando le chiedo quali sono i 5 eventi salienti della sua vita mi risponde senza esitazioni: “Il mio primo amore a 16 anni, l'incontro col mio compagno, il mio primo bambino che ho perso, la mia seconda bambina che ho e infine il diabete”.


Con lei oggi vi racconto di come vive una mamma (social) in compagnia del diabete.

Arianna, quali sono i tuoi punti di forza e quali invece le tue debolezze?​

Sono una persona molto insicura, paurosa nel prendere decisioni che sono fuori dagli schemi. Ho sempre paura di non essere capita. Il mio punto di forza è la profonda conoscenza che continuo a fare su di me, la mia capacità di autoanalisi, il prendere la vita con leggerezza dove serve, e soprattutto i nervi saldi che ho sviluppato negli ultimi anni.


Quali sono stati i sintomi che ti hanno portato alla scoperta del diabete?

Avevo tanta sete, tanta da avere la bocca tagliata. Sentivo una stanchezza infinita. Frequente minzione.


Come ti ha cambiata il diabete? Chi era prima e chi sei ora?​

Prima stavo zitta, subivo, mi uniformavo alla massa, mi facevo schiacciare dagli altri, tutto per paura di non essere accettata. Ora sono io, senza se, senza ma, nessuno può schiacciarmi perché ho smesso di stare zitta. Nessuno nella vita mi ha mai detto "stai zitta" perché lo facevo già da sola. Da quando ho il diabete e mi sono stancata delle ingiustizie, mi sono sentita dire che sono egoista e devo mordermi la lingua. Parole che non avrei mai creduto di sentire dette a me.

Forse mi viene da dire: FINALMENTE!

Hai una pagina Instagram e una pagina Facebook che sino a poco tempo fa si intitolavano “gratisavita” e oggi invece “ariannadiabet.ecomama”. Il tema principale che affronti è il diabete vissuto da te come mamma e da tua figlia che ha assistito e assiste alla vita della “mamma con diabete”. Altri temi che tratti sono l’ecologia e il rispetto per la natura. Cosa ci racconti di questi temi?

Quando sono diventata diabetica Aurora aveva solo 3 anni. Il suo primo giorno di asilo è stato il mio primo giorno di diabete. Davvero una coincidenza incredibile!

La natura è attorno a me, sia per il luogo in cui vivo, sia per insegnamento dei miei genitori. Io cerco di raccontarlo ad Aurora per insegnarle a rispettare tutto questo.

Quanto al nome, il precedente Gratisavita era nato per un'altra passione che avevo prima del diabete e poi mi sono trovata ad aver bisogno di un spazio per parlare, dove nessuno mi conoscesse e dove nessuno avesse già dei preconcetti su di me, in quanto io non sono più quella di un tempo. Ho usato così il canale Instagram già aperto e il nome è rimasto comunque un po' azzeccato: il Diabete è arrivato Gratis e lo avrò a vita! Con il passare del tempo ho sentito però l'esigenza di correggere il tiro, la spiegazione di #gratisavita mi sembrava forzata e non subito intuitiva, così DIABET per la mia malattia, ECO da ecologia, MAMA perchè sono mamma ed amo esserlo. È nato così ariannadiabet.ecomama.

A breve forse anche un tuo blog. Perché questa esigenza?

Il blog in realtà è ancora in lavorazione e in evoluzione e spero di aprirlo presto perché a volte sento che lo spazio dei social mi sta stretto.


Come nasce il desiderio di condividere sul web un’esperienza così forte come il diabete?

Quando mi sono ammalata non conoscevo nessuno con la mia patologia e avevo bisogno di interfacciarmi con qualcuno, di non sentirmi l'unica in mezzo ad un mare di soli anziani con il diabete. Avevo bisogno di confrontarmi con qualcuno che capisse la mia lingua fatta di parole come glucometro, sensore, striscette, glicata, etc., parole che per una persona normo-glicemica sono incomprensibili.


Lo chiedo spesso a chi si interfaccia con i social network: hai mai pensato di “esporre” troppo la tua vita o quella dei tuoi familiari?

Il mio obiettivo è il confronto e non riuscirei a farlo senza mostrare tutto di me. I miei familiari fanno parte di me perciò li mostro, in particolare Aurora. Il ritorno emotivo è di sicuro una cosa molto bella ed importante che mi spinge a farlo.


Come si comunica ad un figlio questa malattia e in genere una malattia? Tu come hai affrontato questa situazione che in qualche modo incide anche sulla vita di un figlio? Come rendi partecipe Aurora?​

Io mi sono fatta aiutare da una psicoterapeuta nelle parole più giuste da comunicare ad Aurora. Prima ero solo io a prendermi cura di lei, ora è anche lei che si prende cura di me. Mi aiuta, mi tiene le penne di insulina, mi misura col sensore la glicemia, mi ricorda di fare l'insulina e a volte mi dice cosa posso o non posso mangiare.


Come è cambiato invece, se è cambiato, il rapporto con il tuo compagno? Vi siete uniti o allontanati?

​Il mio compagno è un amante della cucina ed ha quindi dovuto cercare di cambiare il suo modo di cucinare in casa. All'esordio ci siamo uniti, poi ci siamo allontanati, poi abbiamo ristabilito degli equilibri. Dovevo prima assorbire io il colpo per poi farlo assorbire a chi mi stava attorno.


Quale è la cosa che tua figlia ha fatto per te a tema diabete e che ti ha sorpreso?​

Una sera, di un anno fa, aveva la febbre ed era sul divano sfinita. Quando si è accorta che io mi stavo facendo la puntura prima di magiare si è, però, alzata con tutte le forze che aveva per dirmi "mamma arrivo ad aiutarti a tenere il cappuccio della penna di insulina" perché lei sentiva quello come un suo "dovere". Mi sono sciolta!


Che paure hai per tua figlia da mamma diabetica?​

Credo quelle che hanno tutti i genitori. Spero sempre col cuore che non abbia mai problematiche simili nella sua vita e che viva sempre sana e felice.


Quali sono le difficoltà più grandi per una donna nella gestione del diabete?​

Ti posso dire che il ciclo mestruale e gli ormoni hanno un peso abbastanza grande sulle glicemie. Nel pre ciclo la glicemia può essere fin troppo alta da gestire; il durante invece può essere pericoloso per le ipoglicemie. È una gestione molto particolare che va sempre comunque affinata.

Altra cosa particolare può essere una gravidanza che non si può affrontare soltanto decidendo di avere bambini con leggerezza, ma va decisa insieme ai medici, con una cura diversa. Ci sono molte sfaccettature non facili.


Quale il tuo pensiero su una futura gravidanza?

​Spero con tutto il cuore di avere una gravidanza col diabete in futuro. Dovrò avere una buona glicata (sotto il 7) e dovrò aver il doppio delle attenzioni di oggi sul cibo con la speranza che il bimbo nasca sano. Credo che sarebbe una gravidanza piena di paure ed ansie, ma anche una grande sfida e prova di vita! La gravidanza da diabetica comunque deve essere super monitorata dal centro diabetologico di riferimento, con esami tutti i mesi, una dieta rigida ed un cesareo programmato per evitare complicanze.


Cosa sogni per il tuo futuro e per quello di chi convive con il diabete e cosa vorresti dire alle donne e mamme diabetiche?

Che non sono sole anche se ci si sentono! Non serve cercare di "accettare" la malattia subendola, ma è più facile semplicemente accoglierla come un “amico” e cercare di conviverci perché più cerchiamo di andargli contro, più questo ci tornerà indietro amplificato. È una sfida certo, ma non delle peggiori al mondo in fin dei conti, dunque riteniamoci fortunate.


Quale la domanda che non ti ho fatto ma che avresti voluto ti facessi? Datti anche la risposta.​

Forse, se ho dei sogni ancora da realizzare. Sì, li ho eccome! Figli a parte che ne vorrei ancora, trovare un lavoro che mi appassioni e far si che diventi la mia fonte di guadagno per viverci, non solo come moneta, ma anche come guadagno di gratitudine.


La mia gratitudine va ad Arianna che mi ha permesso di entrare nella sua vita, nei suoi pensieri e nel suo cuore e che ha permesso a tutti noi di conoscere di più non solo una malattia, ma anche sensazioni, emozioni e fatti concreti che la accompagnano.



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